martedì 20 agosto 2013

Calma piatta

Rieccomi qui. È il 20 di agosto e il conto alla rovescia è ormai terminato. Trovo giusto fare il punto della situazione.

Ho cambiato idea sul fatto di iscrivermi a psicologia, tanto che ho studiato solo una settimana (e solo di sera) e poi più. Mi piacerebbe essere una psicologa, lo ammetto, ma non ho la forza di lavorare e studiare e investire i permessi che ho a disposizione per andare a fare gli esami. In più, col fatto che il nuovo lavoro non mi dispiaceva, ho perso ulteriormente la spinta. Purtroppo lo schifo verso il lavoro d'ufficio è tornato, soprattutto ora che sono rientrata dalle ferie e che mi sento in trappola più che mai. Continuo a chiedermi dove fossi col cervello quando ho scelto economia e cerco insistentemente un'alternativa e una valvola di sfogo per evadere da questa prigione che mi sono costruita da sola.

In questi mesi ho letto tanto e anche scritto. Ho davvero scritto un libro, anzi uno e mezzo. Quello completo è stato scritto a quattro mani (si dice così?) con una mia amica che fortunatamente è in grado di capirmi in quanto a insoddisfazione. Il secondo è tutta farina del mio sacco e sta procedendo, anche se un po' lentamente. Poi ho scritto un racconto horror e ho altre idee in mente. A volte spero che scrivere mi porterà da qualche parte, ma poi rileggo i miei racconti e mi convinco che al massimo mi poteranno al manicomio. 

Le mie zucche sono un po' secche, ma stanno bene. Mi da soddisfazione il giardinaggio, potrei tenerlo in considerazione per un lavoro futuro.. Quando stai da schifo le pensi proprio tutte.
Ho letto un articolo poco fa', o era un post su un forum, non mi ricordo, in cui una ragazza scriveva della sua insoddisfazione datale dal lavoro d'ufficio. Sapeva di essere fortunata ad avere un lavoro, ma si è posta degli interrogativi sulla qualità della sua vita. È fortuna soffrire emotivamente tutto il giorno ed esserne oltretutto grati? Non c'è qualcosa di sbagliato in una società come la nostra? Forse sarebbe giusto tornare all'autosussistenza. Ma che fine farebbe il progresso? E non mi riferisco ai cellulari più avanzati o alla conquista di Marte, ma ai medicinali, alle cure per il cancro, per esempio. Un interrogativo ne apre un altro, all'infinito. Probabilmente sto delirando, il fatto è che ci deve essere un altro modo per fare funzionare le cose.

Oggi provo i fiori di bach. Non ci credo molto a questo tipo di terapie, ma vorrei fare un tentativo. La fine dell'estate è un momento critico (magari fosse solo questo!!!) e voglio fare qualcosa per non deprimermi ulteriormente. Mi sono promessa di fare un po' di attività fisica, anche solo una camminata di un'oretta alla sera dopo il lavoro. Ho notato che mi fa davvero bene.

Più vado avanti più mi convinco che arriverà il mio momento. Sono stati due anni così movimentati e pieni di cambiamenti, perché le cose non dovrebbero continuare a cambiare?
L'importante è non arrendersi e non fermarsi. 

Bye